Recep Tayyip Erdogan è oramai da diversi anni alla guida della Turchia, paese dalle tante contraddizioni e ponte, geograficamente e non solo, tra occidente ed oriente. Ma qual è la sua storia?
Erdogan è nato all’inizio del 1954 ad Istanbul e precisamente il 26 febbraio. La sua famiglia ha origine georgiane e dopo aver trascorso i primi anni di vita nella città di Rize, fa ritorno ad Istanbul a 13 anni. Durante l’adolescenza svolge alcuni lavori saltuari per guadagnare qualcosa, tra cui il venditore ambulante di limonate. Di famiglia e fede musulmana, ha una formazione equipollente a quella universitaria, di natura economica. Nel 1978 convola a nozze con Emine Gulbaran e la coppia ha avuto quattro figli.
Il suo primo approccio con la politica matura verso la metà degli anni ’70 del secolo scorso, quando entra in un movimento studentesco di ispirazione anti-comunista. Sempre in questo periodo porta a teatro una commedia dove si scaglia contro il comunismo e contro il giudaismo, mentre nel 1976 entra a far parte del Partito di Salvezza Nazionale Islamista. La sua carriera politica da questo punto in poi subisce una accelerazione: dopo essere passato al Partito del Benessere, ne scala le gerarchie fino ad arrivare, nel 1991, ad essere eletto in Parlamento. Nel 1994 la sua parabola politica vive un altro momento molto importante: vince infatti le elezioni amministrative e diviene sindaco di Istanbul, la città motore economico della nazione turca.
Molti temono una deriva islamista, ma Erdogan smentisce i più scettici, svolgendo il proprio ruolo di sindaco con l’obiettivo di risolvere problematiche quali il traffico e la poca efficienza del sistema idrico cittadino. Il 1998 è un anno per lui molto complicato: nonostante come sindaco di Istanbul abbia effettivamente messo in cantiere diverse iniziative e progetti per migliorare la quotidianità dei cittadini, viene arrestato dopo aver citato alcuni versi di un poeta vicino al mondo islamico radicale. Le autorità considerando Erdogan responsabile del reato di incitamento all’odio.
Una volta uscito dal carcere Erdogan fonda un proprio partito, il cui acronimo è Akp, che sta a significare Partito per la Giustizia e lo Sviluppo. Di ispirazione islamica si caratterizza per il fatto di avere una linea politica moderata rispetto a partiti simili.
Nel 2002 il partito di Erdogan vince le elezioni politiche e a causa di un sistema elettorale che impedisce di entrare in Parlamento se non si è ottenuto almeno il 10% dei voti a livello nazionale, si ritrova con una maggioranza parlamentare schiacciante.
Erdogan pur avendo vinto le elezioni, non ha modo di diventare primo ministro e soltanto dopo una elezione suppletiva e l’approvazione da parte del Parlamento di un emendamento alla Costituzione può diventare primo ministro: il momento tanto atteso si concretizza il 14 marzo del 2003.
Durante il suo primo mandato come Primo Ministro Erdogan si è reso protagonista di alcune dichiarazioni controverse, come quelle relative al genocidio degli armeni, da lui sempre negato e che lo ha portato in tutti questi anni ad avere violente polemiche con, tra gli altri, Angela Merkel. Durante gli anni da Primo Ministro si è reso inoltre protagonista di violente polemiche con Israele, accusata a più riprese di essere la sola e unica minaccia per la pace in Medio Oriente, oltre che di una volontà ferrea di non aprire nessun tipo di negoziato con la minoranza curda presente nel paese. Inoltre, con il passare degli anni le posizioni su temi dei diritti umani e su quelli sociali si sono fatte sempre meno moderate, portando spesso Erdogan ad essere accusato di voler trasformare la Turchia in una Repubblica Islamica e di voler instaurare una sorta di Sultanato.
Ed effettivamente gli ultimi anni in Turchia sono stati decisamente tumultuosi. Nell’estate del 2013 migliaia di giovani scendono in piazza ad Istanbul per protestare contro la decisione di eliminare un parco per fare spazio ad una moschea. Il motivo di tale protesta, che si svolge in Piazza Taksim, risulta essere il casus belli, perchè quello che i manifestanti rimproverano ad Erdogan è l’autoritarismo e il venir meno di una visione laica della società turca. Erdogan stesso ordina alla polizia di reprimere le manifestazioni e la violenza comincia ad allargarsi a diverse aree della Turchia, suscitando l’indignazione a livello internazionale.
Nonostante ciò Erdogan seda la protesta e nell’estate del 2014 diviene il primo Presidente della Repubblica eletto direttamente dal popolo. Nel 2015 il suo partito vince le elezioni politiche, ma gli scontri nel paese si moltiplicano, con i suoi oppositori che lo accusano di voler governare come un satrapo e voler indirizzare la Turchia verso una trasformazione in Repubblica Islamica.
Nel 2015, a cento anni dal genocidio armeno, Erdogan attacca il Papa pere le sue dichiarazioni in merito e palesa disinteresse anche per la posizione assunta dall’UE. Il suo ingresso nel conflitto siriano con la volontà di abbattere il regime di Assad, gli attentati in serie che si sono verificati in Turchia negli ultimi due anni e il fallito golpe dei militari dell’estate scorsa sono gli ultimi eventi che lo hanno visto protagonista. In seguito al fallito golpe, Erdogan ha fatto arrestare migliaia di persone e la Turchia è oggi osservata speciale per quanti temono una deriva autoritaria.