Palazzo Montecitorio
Un edificio ricco di storia e d’arte
Affacciato su piazza Monte Citorio e su piazza del Parlamento, Palazzo Montecitorio è una costruzione storica di Roma, presso il quale trova alloggio la Camera dei deputati della Repubblica.
Nel 1653, Papa Innocenzo X chiese a Gian Lorenzo Bernini di realizzare, proprio in questo luogo, una residenza per la famiglia Ludovisi.
Pare che, in epoca romana, qui si svolgessero delle assemblee elettorali, uso dal quale deriva il nome “mons citatorius” e che vi si scaricassero i materiali di risulta della bonifca del Campo Marzio.
Eccellente espressione del Barocco romano, l’edificio, realizzato dal Bernini, si adatta in maniera perfetta allo stile urbanistico preesistente.
All’interno di questo imponente palazzo, trova sede il Transatlantico, un corridoio, particolarmente lussuoso, che prende il nome del fatto che il suo arredamento richiami quello delle navi transoceaniche.
All’interno di questo corridoio, oggi, come nei tempi antichi, i Parlamentari della repubblica si incontrano per chiacchierare.
Un corridoio che è un vero gioiello
Il Transatlantico, in realtà, non è solo un corridoio come tanti, ma è un vero e proprio salone, situato accanto all’Aula del Parlamento italiano. Pavimenti in marmo policromo siciliano ed arredamenti disegnati dal celebre architetto palermitano Ernesto Basile, un soffitto realizzato seguendo i tipici arredi navali, ne fanno un luogo magico, frequentato da Deputati ed ex Deputati che, pur non ricoprendo più la carica, non riescono a staccarsi da questo suggestivo luogo.
Il “corridoio dei passi perduti” è l’astanteria del Parlamento, in luogo nel quale i Deputati sostano in attesa che ad una seduta succeda quella successiva e nel quale incontrano i giornalisti in possesso dell’accredito d’accesso.
La definizione “corridoio dei passi perduti” non è casuale e fa riferimento al fatto che gruppetti di tutti i partiti, assorti in infinite chiacchiere, passino ore ed ore in questo luogo che, per molti, è quello nel quale si perde la maggior parte del tempo in Parlamento.
Transatlantico e Massoneria
Un binomio che pare ormai acclarato
Da cosa deriva, però, secondo la storia la circonlocuzione “dei passi perduti”?
Alcuni ritengono che essa sia indubbio segno del carattere massonico del Governo Sabaudo.
In realtà, la definizione pare trarre origine dal fatto che questo fosse l’ultimo luogo in cui porre passi in terreno laico, un luogo di passaggio, precedente l’ingresso in una realtà inesplicabile, assoluta e differente.
Durante il rituale massonico, le porte di accesso restavano chiuse, così come la Loggia ed il vaso alchemico e, proprio per questo, i passi compiuti risultano perduti, perché fino al termine non è più possibile spostarsi liberamente e riguadagnare l’uscita.
Il Massone, inoltre, dovrà, forzatamente, perdere i passi, dimenticando tutto ciò che ha visto ed a cui ha partecipato.
Il Transatlantico, dunque, sarebbe stata la soglia prima del Tempio, un luogo paragonato allegoricamente alla magica porta di Roma, sulla ci soglia si trova la scritta palindroma “si sedes non is”, ossia, se siedi non vai se non siedi vai, uno speciale invito a varcarla per dar vita ad un’esperienza catartica e spirituale.
Una volta percorso il corridoio, la sala diviene spazio atto alla spoliazione dagli schemi mentali e dalle abitudini tipiche della vita profana.
Il cammino intrapreso, viene riportato alla memoria ogni qual volta la vita laica ci metta a contatto con problemi e difficoltà.
I passi perduti vengono guidati dal Fratello Esperto, che ci ha accolti in Aula, dicendoci di seguirlo ogni qual volta ci fossimo sentiti insicuri e smarriti.